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La nostra storia

The Grand House è nato negli occhi di mio figlio. Guardava un tramonto tra le nuvole, volando con me e mio fratello Maurizio verso New York, a dieci mila metri da terra. Nel suo sguardo incantato, ritrovai la mia infanzia, l’odore della biancheria di lino, della cera sui parquet, dei croissants del mattino nei Grand Hotel. E i passi soffici sui tappeti, quell’immagine elegante di vecchia e buona casa borghese. Perché è questo che abbiamo vissuto da piccoli, giocando protetti tra le stanze della casa di famiglia e quelle degli hotel di nostro padre, presidente di Ciga Compagnia Italiana dei Grandi Alberghi, la prima catena al mondo di hotel di lusso. Decisi di integrare quelle due esperienze, e progettare un nuovo modo di viaggiare. Con Maurizio bastò un solo sguardo” (Massimo Micangeli).

TGH vede la luce nel 2019 a Roma, dopo 2 anni di lavoro, come esperienza innovativa nel campo dell’ospitalità: le dimore storiche dei luoghi diventano le suite extra lusso di un hotel che è la città stessa. I viaggiatori TGH non sono turisti, non sono clienti, non sono un target. Sono membri di un club, nodi di una rete, che si riconoscono in un insieme di significati dati al viaggio: conoscenza, dialogo, emozione, memoria. Forte della tradizione storica e familiare che nei più grandi alberghi italiani ha ospitato re, principi, nobili, capi di Stato, avventurieri, artisti, come Ernest Hemingway, Guglielmo Marconi, il re d’Egitto, la regina di Romania, la misteriosa Mata Hari, il duca di Windsor, Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini, Winston Churchill, Charles Dickens, Richard Wagner, Marcel Proust, Gabriele D’Annunzio, Thomas Mann, The Grand House mette a disposizione del viaggiatore possibilità uniche: entrare in contatto con l’intellighenzia italiana. Con i protagonisti della cultura, dell’arte, della letteratura. Con enologi, chef, designer, stilisti italiani noti in tutto il mondo. “Il nostro ospite farà un’esperienza emozionante: in una casa che lo farà sentire sia sovrano sia cittadino della sua meta, residente e viaggiatore al tempo stesso, per un momento della sua vita diventerà parte di una comunità di solito inaccessibile”.

“La mia grande casa, quella che non ho mai avuto ma è come se avessi, con immenso numero di stanze, ripostigli, stirerie, cucine, cantine, soffitte, dove aggirarsi come nell’infanzia, in una particolare felicità che non è soltanto il benessere e il lusso, ma prima di tutto la sorpresa” (Goffredo Parise).”